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di ALBERTO DOSIO

BRUZOLO – Esiste un momento della vita in cui si è adulti con le responsabilità di tutti i giorni e gli impegni; ma come scriveva Seneca, i nostri ricordi sono sempre pronti ad un nostro comando. Personalmente amo ripercorrere la strada dei ricordi della mia infanzia, momenti felici e di leggerezza, di scorribande con gli amici di un tempo. Ecco perché quando sfogliando le pagine dei social network mi imbatto in racconti di vandalismo nei parchi giochi la sensazione è un misto di arrabbiatura e tristezza.

Oggi, a 54 anni, a volte mi capita di accompagnare i nipotini di tre e cinque anni al parco giochi e, osservare la loro felicità, mi fa riassaporare la spensieratezza tipica della fanciullezza. Immaginate la delusione nei loro occhi nel ritrovare il gioco preferito divelto o imbrattato o danneggiato per noia, per passatempo, per mancanza di rispetto e di educazione nei confronti del bene pubblico ma anche nei confronti di tutte le persone di una comunità, che si tratti di un piccolo paese come di una cittadina ancorché di una grande città.

Ecco cosa è accaduto quest’oggi a Bruzolo, ma ho assistito a denunce sui social network di questi deplorevoli atti in diverse cittadine della nostra bellissima valle, dove un gioco per i più piccini è stato divelto. Chi ha posto in essere questa miserrima azione non ha nemmeno pensato che così facendo, oltre al danno, avrebbe esposto i bimbi a potenziali infortuni. Le viti che fissavano e rendevano solidali i componenti del gioco stesso, sono rimaste “a vista” e costituiscono verosimilmente un potenziale pericolo.

Questi accadimenti stanno diventando la “normalità”, ma le persone che formano il tessuto sociale di una comunità, non si devono “abituare” a questi episodi, ma è bene che conservino intatta la forza di indignarsi e di ribellarsi a questo “modus operandi”. Inoltre laddove dovessero assistere ad atti di siffatta miserrima caratura, segnalino l’episodio e intervengano nel limite consentito perché ormai il testimone è passato di mano alle nuove generazioni di adolescenti o poco più grandi che, ahimé, a volte presentano ancora margini di miglioramento.

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