La solidarietà è un’utopia necessaria. Lo affermava Stefano Rodotà per spiegare perché anche lo scetticismo più rigoroso vacilla di fronte a manifestazioni di generosità inattese. E mai come durante la pandemia l’utopia solidarietà è diventata una realtà incontrovertibile. Spesso però anche alle persone dal cuore d’oro sfugge la grandezza di piccoli gesti quotidiani. Capita così che tra due settimane le Acli di Iseo rimarranno senza il magazzino dove custodiscono oggetti e abbigliamento usato rimesso in circolo attraverso il mercatino «Sbarazzo solidale» che finanzia progetti a sostegno delle famiglie indigenti. Possibile che in una comunità storicamente altruista come la capitale del Sebino, nessuno abbia un capannone di 80 metri quadri da cedere alle Acli? Ma – sia chiaro – non si tratta di indifferenza, quanto di assuefazione al bisogno, quella che spinge chi ha i mezzi per aiutare a puntare a progetti sempre più ambiziosi, perché purtroppo il «mostro» del Covid ha preteso sforzi immani anche sul lato della generosità. Forse però anche sul fronte dell’altruismo è il momento di tornare alla normalità guardando ai piccoli, ma importanti, bisogni locali. Affinché la solidarietà non resti un’utopia necessaria.



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