BERNA – Ora Daniel Koch è ottimista e pensa che si possa evitare una seconda ondata. “Le cifre sono in leggero ribasso e questo fa sì che questa fase di contenimento sia molto importante e determinante. Probabilmente riusciremo a evitare una seconda ondata, ma dobbiamo convivere con l’incertezza”, ha detto nella conferenza stampa ormai consueta.

In ogni caso, ha sottolineato, è fondamentale rispettare le norme che ormai conosciamo bene. “Le epidemie nascono dal comportamento delle persone. Se la popolazione svizzera rispetta rigorosamente queste norme, come d’altronde ha fatto molto bene, riusciremo a superare anche una seconda ondata”.

E nel frattempo si proveranno a tracciare i contagi. “In questa nuova fase, dove le cifre lo permettono, vogliamo poter isolare le persone contagiate e soprattutto vogliamo poter tracciare tutte le persone che sono entrate in contatto lui/lei”.

Uno strumento sarà il concat tracing, già attivo a Zugo, come ha spiegato il medico cantonale Hauri. L’app sarà utile per capire chi è infettato e fare in modo che, prima di rendersene conto, non infetti altre persone. E secondo dei sondaggi, il 60% della popolazione è d’accordo di usarla. Gli esperti rassicurano che i dati personali potranno poi essere cancellati.

Come spesso accade, si è parlato di bambini. I nonni potranno riabbracciarli? Per Koch, sì, anche se magari in modo frettoloso. Ha citato uno studio australiano: non sono state chiuse le scuole e la diffusione tra i bambini è stata molto rara. Non ci sarà per cui un’epidemia tra di loro, secondo Koch, nemmeno all’apertura delle scuole. Sono gli adulti i veri vettori. Per questo, dato che la popolazione anziana è isolata da tempo e ne soffre, abbracciare i nipoti è un rischio che si può ragionevolmente correre.





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