«L’incidente alla mano e la sofferenza, ora mi sento vivo Lorenzo mi ha mandato il pezzo, l’ho registrato al volo…»

Luca Trambusti

Tra i tormentoni estivi che ci accompagneranno in questa stagione che ha il sapore della rinascita, un posto al sole se lo conquista anche Gianni Morandi che si cimenta con un brano firmato da Jovanotti. “L’Allegria” è il titolo del singolone che l’inedita coppia mette sul piatto per la nuova stagione, sia astronomica che mentale. Quello che canta il settantaseienne interprete emiliano è un inno alla gioia, un’allegra e ottimistica speranza di ritorno alla freschezza ed alla spensieratezza del vivere.

LA STORIA

Per Morandi poi un tale significato ha un doppio valore perché alla luce del suo recente incidente domestico si sente un miracolato. «La canzone di Jovanotti – dice Morandi – mi fa guarire anche la mano». La storia del brano e dell’incidente s’intrecciano tra loro. «Alla fine dello scorso anno avevo chiesto a Lorenzo di scrivermi qualcosa – ricorda Gianni Morandi – ma per lui non era il momento migliore per i problemi, poi rientrati, di sua figlia. Così non se n’era fatto nulla».

L’INCIDENTE

Arriva poi il drammatico incidente domestico con le ustioni che il bolognese ricorda così. «Nel mio giardino ho una buca dove abitualmente raccolgo le ramaglie per bruciarle. Così ho fatto anche l’11 marzo. Quella sera era però rimasto fuori un ramo che si era incastrato. Nel cercare di spingerlo dentro sono caduto di faccia nella buca con il fuoco. Non so come ho fatto ad uscire. È stato un miracolo. Mi sono bruciato ginocchia, glutei, orecchio e la mano sinistra ma soprattutto la mano destra che (ancora fasciata) è quella più grave e dolorante. Io cercavo di minimizzare – prosegue – ma Anna, mia moglie, ha capito la gravità e ha chiamato l’ambulanza. Sono stato 27 giorni in terapia intensiva. Sono vivo e sono riuscito anche a salvare la faccia dalle ustioni. Mentre ero in ospedale – ricorda ancora Morandi – mi ha chiamato per farmi gli auguri anche Lorenzo che un paio di settimane fa mi ha richiamato perché aveva la canzone che gli avevo chiesto, scritta per lui ma dicendo che era perfetta per me. Me l’ha mandata, già arrangiata e prodotta da Rick Rubin e mi ha detto, era un sabato, di andare a Milano il lunedì, per registrarla. Un folle – dice ridendo Morandi – e così ho fatto perché mi è piaciuta subito».

LA CANZONE

“L’Allegria” è un brano che i due (con Jova intervenuto telefonicamente alla conferenza stampa di presentazione in un parco milanese, “open air”) definiscono: «Canzone che porta allegria e fatta in un momento in cui torna l’allegria». È un pezzo leggero, frizzante segnato da quell’ottimismo tipico di Jovanotti che Morandi condivide. «La frase che preferisco è quella che dice “Mi serve una botta di vita, un’azione che cambi la partita”. Come carattere con Jova condividiamo molto. Anche io sono un, vecchio, ragazzo fortunato, mi sento molto vicino a lui per questo gli ho chiesto una canzone e la trovo in linea con il momento». “L’Allegria” è uno dei tanti brani che Morandi ha eseguito nella sua carriera da interprete, che gli permette una grande libertà. «È il bello di quel ruolo. Amo le cose diverse tra loro e c’è la libertà di poter cambiare». In questo caso il bolognese si sente vicino al suo inizio carriera, a brani freschi come “Andavo a cento all’ora”. Anche in questo nuovo millennio, così come negli anni’60 si torna al valore del singolo e Morandi di questo è conscio. «Si torna alle canzoni e agli album come raccolta di singoli – afferma – i giovani artisti riescono a muovere molti ascolti e a riempire palasport pur senza fare dischi. Con mio figlio (il rapper TrediciPietro) ne ho conosciuti tanti di questi ragazzi e sono bravi, mi piacciono». —

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