C’ un tratto che tutti i giovani dentro condividono e che accomuna anche i centenari, l’ottimismo. Pensare positivo uno dei fattori pi importanti emersi dagli studi sull’effetto dell’et psicologica soggettiva sulla salute: gli ottimisti vivono pi a lungo dei pessimisti e si ammalano pure di meno. Perch come spiega la psicologa clinica Maria Catena Quattropani, direttore scientifico del Centro di Ricerca e di Intervento Psicologico dell’Universit di Messina, La mente e il corpo non sono elementi distinti: i processi biologici che avvengono nel cervello portano alla sintesi di innumerevoli molecole, ormoni, trasmettitori con inevitabili ripercussioni sul fisico, sulle condizioni di salute generale e sui fattori di rischio. Cos per esempio Laura Kubzansky dell’universit di Harvard, che ha studiato gli effetti dell’ottimismo su diversi marcatori biologici, ha dimostrato che uno sguardo positivo sul futuro riduce i livelli di marcatori dell’infiammazione come la proteina C-reattiva o l’interleuchina-6 e mantiene letteralmente giovane il sistema immunitario: i telomeri dei globuli bianchi, ovvero i cappucci che si trovano al termine dei cromosomi e che si accorciano man mano che la cellula invecchia, sono pi lunghi negli ottimisti a indicare una risposta immune potenzialmente pi pronta.

Livelli di stress inferiori

Un dato confermato da analisi condotte su studenti a cui stata iniettata sottocute una sostanza immuno-reattiva: il rigonfiamento che indica una risposta immune pronta ed efficiente risultato sempre pi grande negli ottimisti. Il legame fra umore, stress e sistema immunitario molto stretto, conferma Enrico Zanalda, presidente della Societ Italiana di Psichiatria. L’ottimista reagisce meglio agli stress (anche i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, sono inferiori in chi ottimista, ndr), ha meno disturbi psicosomatici e un equilibrio neuroendocrino migliore, che si riflette si un sistema immunitario pi efficiente. Cos, come spiega Quattropani, stato dimostrato per esempio che nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia i risultati, a parit di intervento, sono nettamente migliori negli ottimisti perch la risposta immunitaria “aiuta” la terapia a funzionare di pi.


Effetti benefici

Grazie agli effetti benefici su infiammazione e immunit, l’ottimismo ha conseguenze non trascurabili su innumerevoli altri fattori di salute: le ricerche di Kuzbansky per esempio hanno chiarito che mantiene pi nella norma i livelli ematici di insulina e glucosio ed evita la comparsa di insulino-resistenza, migliorando cos il profilo metabolico e riducendo la probabilit di diabete e obesit. L’attivit dei sistemi della coagulazione diminuisce e con questa il rischio di trombi; la circolazione del sangue resta pi fluida anche grazie alla riduzione dell’aterosclerosi e a una migliore funzionalit dei vasi sanguigni, dimostrata da un livello pi elevato di antiossidanti nel sangue. Colesterolo e trigliceridi si abbassanocos come la pressione arteriosa, la variabilit del ritmo cardiaco diminuisce e la funzionalit respiratoria migliora; il risultato una diminuzione complessiva del 30 per cento di malattie cardiovascolari, dall’infarto all’ipertensione, mentre gli eventuali ictus in una persona ottimista sono meno gravi e lasciano una disabilit residua inferiore, stando a dati presentati all’International Stroke Conference del 2020.

Comportamenti pi virtuosi

Gli ottimisti poi sono pi ligi alle regole e hanno generalmente uno stile di vita migliore, come aggiunge Zanalda: Bevono e fumano di meno; sono pi sani e tendono a non esporsi ai pericoli, per esempio correndo in macchina e rischiando incidenti; evitano situazioni stressanti e non vivono con ansia gli eventi problematici della vita. Non li negano, ma davanti agli ostacoli sanno trovare soluzioni migliori perch non si scoraggiano e sono pi resilienti, non cedono al vittimismo ma cercano invece di reagire. Hanno un tono dell’umore migliore e anche invecchiando restano positivi. Il risultato che gli ottimisti registrano in media un rischio del 14 per cento pi basso di morire anzitempo per qualsiasi causa: invecchiano in salute e diventano pi spesso arzilli vecchietti, come ha dimostrato Kuzbansky che, seguendo nell’arco di trent’anni oltre 70mila persone, ha osservato come vedere il bicchiere sempre mezzo pieno significhi vivere l’11-15 per cento pi a lungo, ma anche avere dal 50 al 70 per cento di probabilit in pi di spegnere oltre 85 candeline e magari tagliare il traguardo dei cento anni.

28 giugno 2021 (modifica il 28 giugno 2021 | 21:10)

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