L’aspirina potrebbe essere una preziosissima arma per prevenire le complicanze della COVID-19 (l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2) e abbattere il rischio di morire per essa. Lo suggerisce uno studio nel quale è stato determinato che i consumatori abituali di aspirina – nome comune dell’acido acetilsalicilico – ricoverati in ospedale per COVID-19 non solo avevano meno probabilità di aver bisogno di un ventilatore meccanico per supportare la respirazione, ma anche di finire nel reparto di terapia intensiva. Se ciò non bastasse, rispetto ai ricoverati per coronavirus che non assumevano abitualmente il farmaco, avevano persino un rischio dimezzato di morire.

A determinare questa associazione tra uso abituale di aspirina e ridotte complicanze e mortalità per COVID-19 è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati della Scuola di Medicina dell’Università del Maryland, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Anestesiologia della Wake Forest School of Medicine, dell’Outcomes Research Consortium di Cleveland, del Sistema Sanitario della Georgia nord-orientale, della Scuola di Medicina dell’Università George Washington e di diversi altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor Jonathan Chow, MD, docente presso il Dipartimento di Anestesiologia – Divisione di Terapia Intensiva dell’ateneo di Baltimora, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto le cartelle cliniche di pazienti assuntori abituali di aspirina con quelle di chi non l’assumeva, tutti ricoverati per COVID-19 presso il Centro medico dell’Università del Maryland tra marzo 2020 e luglio 2020.

L’aspirina viene prescritta normalmente nei pazienti che hanno avuto un evento cardio-cerebrovascolare (come un infarto o un ictus), per prevenire che si verifichi un nuovo episodio; è infatti ben nota l’azione anticoagulante dell’acido acetilsalicilico, prescritto anche a chi è a rischio di sviluppare condizioni cardiovascolari. Normalmente il dosaggio giornaliero di aspirina, per questa classe di pazienti, è di circa 81 milligrammi, come indicato nel comunicato stampa dell’ateneo americano. I pazienti con COVID-19 assumevano abitualmente aspirina proprio per il trattamento delle condizioni cardiovascolari. Dopo aver tenuto conto di numerosi fattori di rischio noti come età, indice di massa corporea, ipertensione e altri ancora, mettendo a confronto le cartelle cliniche di tutti i pazienti è stato determinato che l’uso abituale di aspirina riduceva del 44 percento il rischio di ventilazione meccanica; del 43 percento il rischio di finire in terapia intensiva e del 47 percento di morire a causa della COVID-19. La ragione potrebbe risiedere nel fatto che l’infezione da coronavirus può scatenare gravi eventi trombotici, come dimostrato da uno studio italiano guidato da scienziati dell’Università di Milano Bicocca, pertanto l’uso abituale di aspirina potrebbe prevenirli mantenendo il sangue più fluido.

I risultati dello studio americano sono particolarmente significativi, considerando anche costo e diffusione dell’aspirina, tuttavia vanno presi con molta cautela, come sottolineano gli stessi autori della ricerca. Del resto si è trattato di un “semplice” studio osservazionale, che dunque non mette in evidenza rapporti di causa-effetto tra assunzione di aspirina e riduzione della mortalità. Sarà dunque necessario indagare con studi scientifici più approfonditi, senza comunque sminuire la portata della scoperta. “Questa è una scoperta cruciale che deve essere confermata attraverso uno studio clinico randomizzato. Se la nostra scoperta fosse confermata, renderebbe l’aspirina il primo farmaco da banco ampiamente disponibile per ridurre la mortalità nei pazienti COVID-19”, ha dichiarato l’autore principale dello studio.

Come affermato da Chow e colleghi, l’uso quotidiano di aspirina – un farmaco analgesico e antiinfiammatorio non steroideo – può aumentare il rischio di emorragie maggiori e ulcere, effetti collaterali noti per l’acido acetilsalicilico, pertanto si deve sempre e comunque consultare il proprio medico curante, prima di prendere iniziative che potrebbero mettere a rischio la salute. I dettagli della ricerca “Aspirin Use is Associated with Decreased Mechanical Ventilation, ICU Admission, and In-Hospital Mortality in Hospitalized Patients with COVID-19” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Anesthesia & Analgesia.





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