New York a pochi anni dagli eventi dell’11 settembre, qui prende vita la storia di James Sveck, diciottenne di Manhattan. I mesi che vanno dalla primavera all’autunno seguono il giovane protagonista il quale deve decidere se frequentare il college o meno. James appartiene ad una famiglia borghese. James però non è come tutti gli altri ragazzi, egli infatti avverte di avere forse “una minuscola alterazione del DNA, qualcosa di impercettibilmente diverso che lo divide in modo irrevocabile dagli altri”.

James è dotato di un’intelligenza vivace, in movimento, pronta in ogni istante a cogliere le complesse sfumature che strutturano il reale. James è felice in compagnia dei suoi pensieri, ma fatica a metterli in comune, fatica a interagire con il mondo fuori di lui.

La spiccata sensibilità di James viene letta da parte dei suoi genitori come una malattia da curare dallo psicanalista o come una omosessualità latente, ma a James tutto questo non importa, lui vorrebbe solo smettere di stare male.

Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron è anche una feroce critica della società attuale. Il mondo esterno, che circonda James, infatti, lo considera un disadattato e al suo fianco ha solo una spalla, sua nonna, l’unica che nel mondo conosciuto da James riuscirà a svelerà il senso più profondo che l’autore vuole donare al lettore.

Cameron ci lascia una storia solo in apparenza semplice, caratterizzata da una malinconica ironia. Lasciandosi andare alla lettura, assumendo la posizione di James, questo libro riesce a trasformarsi in qualcosa di personale anche per il lettore.

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