«Dopo un annus horribilis come il 2022, i primi mesi del 2023 restituiscono segnali positivi. Non sono state registrate carenze in corrispondenza con il picco della stagione influenzale e i dati relativi alla raccolta di plasma fotografano un quanto mai auspicato incremento. Primi segnali, da non urlare a gran voce, che necessitano di venire confermati – e con dati sempre in crescita – per poter quantomeno delineare una prima controtendenza rispetto alle difficoltà che hanno contraddistinto l’ultimo triennio».

Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue, tira un sospiro, senza nascondere le difficoltà. «Il sistema trasfusionale italiano risente di notevoli criticità e risulta prioritario agire su più fronti: incrementare la disponibilità di personale sanitario, rendere più capillare e uniforme la raccolta di sangue ed emocomponenti sul territorio nazionale e sensibilizzare la collettività sul valore di queste risorse essenziali – sottolinea De Angelis –, ma limitate. Di fondo un obiettivo, quello dell’autosufficienza, specie per quel che riguarda la raccolta di plasma, che è una sfida di civiltà oltre che un interesse collettivo non più rinviabile».

Il Covid ha acuito i problemi del settore e anche se questi primi mesi del 2023 appaiono positivi, negli ultimi dieci anni si è assistito a un calo dei donatori di circa il 5% e a un progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori a cui non fa da contraltare un necessario ricambio generazionale. L’unica fascia demografica di donatori che cresce – precisa il Centro nazionale sangue – è quella che va dai 55 ai 65 anni, mentre quella dai 18 ai 35 anni è in calo tendenziale da almeno un decennio. La variabilità di risultato fra regioni è consistente e frequentemente il traguardo dell’autosufficienza è raggiunto grazie a processi compensativi attuati da regioni più virtuose a favore di quelle più carenti.

«La Lombardia nel periodo gennaio-dicembre 2022 ha prodotto 439.841 unità di globuli rossi contro le 455.881 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il Piemonte 190.979 contro le 198.608 del 2021, mentre la Campania 163.800 invece che le 170.890 di gennaio-dicembre 2021, testimoniando che il traguardo dell’autosufficienza si muove su una sottile linea di equilibrio da tenere sotto attenta osservazione», osserva il Cns. Diversa la situazione relativa al plasma: la raccolta è sottodimensionata rispetto a quanto necessario per garantire al Paese un’indipendenza strategica dal mercato estero – soprattutto per le immunoglobuline polivalenti (Ig) e albumina – che potrebbe costare, «solo per l’anno in corso, circa duecento milioni di euro».

Anche per questo, concludono gli esperti del Centro nazionale sangue, «il ministero della Salute, in collaborazione con il Cns e le associazioni e federazioni di donatori di sangue, è impegnato nella concertazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione incentrata sul valore sociale della donazione volontaria e gratuita di sangue ed emocomponenti».

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